bruciare per amore evoluzioneAmore come via all’elevazione spirituale: si dice che la natura profonda dell’essere umano e della vita sia l’amore, e che l’amore sia una via all’evoluzione. Generalmente, quando si dice “bruciare per amore” si allude a chi si strugge per la persona amata. È il significato comune, ma non l’unico e, dal mio punto di vista, difficilmente ci consente di elevarci, perché cela in sé la trappola dell’attaccamento.

Intorno alla parola “amore” possiamo scrivere tutti i libri che vogliamo, ma se non viene sperimentata non può essere compresa. Tuttavia, sento di condividere qualche cenno di ciò che “bruciare per amore” significa nella sua accezione più profonda, tentando di estrapolare qualche fotogramma dal mio vissuto, tracce di un’esperienza che consente di oltrepassare i limiti, quei limiti che procurano i ben noti stati di sofferenza e delusione.

Innanzitutto “bruciare per amore” significa non identificarsi: né con la persona amata, né con la relazione che si genera fra i due, né con l’idea che ne abbiamo o con i sogni o le speranze che costruiamo. È vivere l’amore in sé stesso, senza associarlo alla situazione da cui è scaturito.

Bruciare per amore è un atto a se stante, senza legami e senza aspettative: è l’atto più presente che possa esistere, perché non può aggrapparsi a nulla, né nella nostra vita né nella nostra mente. Quindi esiste perché è. Ed è nel qui e ora, altrimenti non sarebbe.

È un puro bruciare, che consuma i brandelli sparsi di ego e fortifica l’essenza. Come in un falò: che cosa rimane alla fine? Solo la pila portante, che spicca verso l’alto fra le ceneri ardenti. Così accade anche quando ci si lascia andare all’amore, senza aggrapparsi a niente: tutto ciò che deve essere bruciato si consuma e l’essenziale resta, più forte, libero e impavido che mai.

La paura è la prima cosa che si brucia nel falò dell’amore: senza attaccamenti, non può esserci paura. Ma anche le aspettative, le speranze, i sogni mangia energia, i ragionamenti e i calcoli inutili: l’amore vissuto totalmente fagocita tutto. Il fuoco dell’amore consuma anche l’egoismo, l’individualismo e la separazione.

Non sto parlando dell’innamoramento, che ti fa volare due dita sopra la terra rendendoti re o regina per un attimo… quella è un’emozione che, così come ti ha sollevato, non appena finisce o si muta nel suo contrario e ti ributta a terra con la stessa forza con cui ti ha sollevato.
L’amore è una qualità dell’essere, un sentimento che per sua natura non conosce legami e che tuttavia viene spesso innescato da stimoli esterni, come appunto una relazione.

Ecco perché la miglior occasione per sperimentare questa qualità è l’amore non corrisposto o impossibile da realizzare. Sì, proprio quella condizione che tanti di noi temono e che invece, se vissuta con consapevolezza e determinazione, è il trampolino di lancio per sperimentare un livello più alto d’amore.

La parola chiave per spiccare il salto è rinuncia: rinuncia al desiderio di unione con un’altra persona, alla voglia di possesso, di coppia, di relazione, di sicurezza, di condivisione e tutto ciò che un amore corrisposto regala.
Niente di tutto ciò è sbagliato; è solamente pericoloso, perché induce all’identificazione e quindi alla “perdizione”.

Fare di necessità virtù è un buon metodo per fortificarsi a ogni passo seguendo il flusso della vita, che, quando ci crea situazioni di disagio, al contempo ci sta offrendo grandiose opportunità di crescita. Ecco perché un amore “impossibile”, per chi vive nell’intento di evolvere, è una grande benedizione: ci obbliga a volgere altrove il nostro sguardo e le nostre energie. Certo, per farlo è necessario far ricorso a sforzi importanti, è necessario strappare ogni percezione dall’attaccamento che normalmente si genera insieme a un amore. Ma è importante sapere che non siamo mai obbligati a rinunciare all’amore “impossibile”: abbiamo la possibilità di scegliere se seppellirlo, buttandoci alle spalle “il bambino con l’acqua sporca”, oppure consentire che continui ad ardere, rivolgendolo verso noi stessi e lasciando che si allarghi a macchia d’olio intorno a noi.

Avere il coraggio di lasciare che il fuoco arda ed essere disposti a disfarsi dell’inutile dona una forza inesauribile e incomparabile. Il fuoco dell’amore fornisce energia per sostenere ogni tipo di sforzo, ogni tipo di sfida. Ricongiungerci all’amore per noi stessi e per la vita in tutte le sue manifestazioni è una conquista che costa, ma che ti catapulta in un’altra dimensione, autentica e incommensurabile.


Concludo con un pensiero di gratitudine a due maestri importanti nella mia vita:

“L’energia impiegata per un atto di lavoro interiore viene immediatamente convertita per un nuovo impiego; quella impiegata dal lavoro passivo è perduta per sempre.”

  • E un brano nato dall’amore per Osho:

Bruciare nell’amore: una via all’evoluzione

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2 pensieri su “Bruciare nell’amore: una via all’evoluzione

  • 7 Settembre 2016 alle 23:34
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    “Ricongiungerci all’amore per noi stessi e per la vita in tutte le sue manifestazioni è una conquista che costa, ma che ti catapulta in un’altra dimensione, autentica e incommensurabile.” Sono d’accordo con te Roberta. Costa molto sì! Quando ero al di là della barricata e bruciavo per qualcuno, me ne parlavano, e non riuscivo a farmene una ragione. In effetti non è cosa che possa accadere grazie alla ragione ed è qui il punto. Poi ho sperimentato l’amore non corrisposto. La delusione e il tradimento, anche in ambiti diversi da quelli di coppia. Tutto è crollato. L’essere in totale solitudine in quanto anima si è palesato e quel salto è avvenuto…Oggi è cosa buona, ma di certo indietro non tornerei e comprendo chi brucia ancora per qualcuno e non trova altro modo per amare. Se non altro, una volta che l’incantesimo è spezzato non si torna indietro e finalmente si imbocca un percorso di conoscenza più profonda di se stessi…Avanti allora! Un abbraccio e buona vita.

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    • 8 Settembre 2016 alle 16:45
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      Ti ringrazio molto Barbara per la tua preziosa riflessione! Tornare indietro? Se considero che è stata un’apertura a una nuova dimensione allora sì, accetto ancora il prezzo! Ma siccome dovrei averlo già pagato (me lo auguro ;), probabilmente non ce ne sarà bisogno! Un abbraccio

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