meditazione per gli occidentali - meditazioni attive di Osho

Al termine della sua prima meditazione attiva di Osho, che era anche la sua prima meditazione, mi ha detto: “Ho sentito uno stato di vuoto, ma era un bel vuoto, non so cos’era!”. “Quella era meditazione!” gli abbiamo risposto quasi in coro! Le Meditazioni Attive di Osho sono meravigliose proprio perché accompagnano nella pienezza del vuoto chiunque sia disposto a scoprirsi, aldilà del credo religioso, delle convinzioni filosofiche o delle esperienze passate.

Perché possiamo definire le Meditazioni Attive come meditazione per gli occidentali? In questo articolo ci avvicineremo al loro creatore, Osho, per arrivare a comprendere in che modo possano aiutarci a entrare in uno stato meditativo.



Osho, l’esperienza dell’infinito

Osho è un suono, che richiama il termine “oceanico”, pronunciato “osheanic” in inglese. Una volta illuminato, il maestro indiano Rajneesh volle essere chiamato con questo nome affinché, in chi lo pronunciasse, sorgesse l’eco dell’infinito. Infatti, questo termine è stato usato per indicare l’esperienza del “dissolversi nell’oceano dell’esistenza”, su ispirazione del filosofo inglese William James.

L’espansione del cuore e della coscienza a cui il maestro ci invita con la sua presenza è qualcosa di immenso, senza confini. È la forza di un illuminato che ha travalicato i confini del corpo e della mente, del tempo e dello spazio. Per questo la sua impronta magnetica persiste ancora oggi così forte, a trent’anni dal suo trapasso.

Le Meditazioni Attive nascono dal suo amore per l’essere umano. Avendo intorno a sé molti discepoli occidentali, Osho comprese bene il modo in cui viviamo e canalizzò tecniche di meditazione diverse da quelle tradizionali, che erano nate in Oriente. Così ebbe origine la meditazione per gli occidentali.


Perché le Meditazioni Attive sono così adatte agli occidentali?

Osho concepì le meditazioni attive proprio pensando all’essere umano occidentale: così frenetico, così immerso nella propria mente e disconnesso dal proprio cuore, così perso nel fare e così dimentico dell’essere.

Le Meditazioni Attive sono perfette per noi occidentali perché ribaltano il disequilibrio fra corpo e mente, restituendo spazio e dignità al sentire del cuore. Per noi è difficile decidere di sederci nella posizione del loto e iniziare a fare il vuoto nella mente. La meditazione classica è stata concepita in oriente per una popolazione nata e cresciuta nell’abitudine della meditazione. Il loro DNA contiene il “gene” della meditazione, è una pratica quotidiana, costante e soprattutto normale.

Per noi, anche solo parlare di meditazione è fonte di equivoco: c’è chi la intende come una forma di concentrazione mentale, ma la meditazione non ha nulla a che vedere con tutto questo. Per noi meditare può significare focalizzarsi su un tema e rifletterci sopra, continuando a solleticare la mente. Ma la meditazione è tutt’altro.

Meditazione è fare il vuoto nella mente, è sgombrarla dal pattume di cui ogni giorno la riempiamo: idee, opinioni, lista dei “to do”, le cose da fare, preoccupazioni, ansie, ma anche gioia, entusiasmo, emozioni di ogni natura che ci colmano e risucchiano le nostre energie. Una mente in meditazione è una mente che non ha preferenze per un pensiero o per un altro, perché è assolutamente indifferente alle loro sfumature. Quando siamo in meditazione, entriamo in uno spazio di neutralità rispetto al mondo: possiamo permetterci di viverlo, di gustarci le esperienze che ci offre, ma senza identificarci con le une o con le altre. Ti sto parlando del mondo interiore come di quello esteriore.

Entrare in meditazione, quindi, ci porta a fare un passetto indietro rispetto alla mente. Meditazione è avere il coraggio di riconoscere che i pensieri sono solo onde, vibrazioni che ci arrivano. Non sono nostre produzioni, no! Sono semplicemente frequenze con cui ci sintonizziamo. Una mente libera è libera di ricevere frequenze di luce. Una mente intrisa di rumore, attira trasmissioni rumorose.

Hai presente quando al mattino ti alzi con una canzone fissa nella testa? Ecco, l’hai attirata, mica creata tu! Spesso non sai neanche da dove ti arrivi… in qualche modo, con qualche esperienza, ti sei sintonizzato su quella radio e, mentre lei continua a trasmettere, tu ricevi!


Superare la paura della mente

Per un essere umano così, che fa fatica anche a riconoscere di non essere il creatore dei propri pensieri, bensì l’attrattore, la meditazione è un salto quantico. Ed è difficilissimo, perché rischi di trovarti improvvisamente di fronte al vuoto dei non pensieri. Che cosa succede quando la tua mente è vuota di pensieri? Con che cosa la riempi? Ma la devi proprio riempire? E se emergessero quei pensieri, vecchi, obsoleti, ma comunque abitudinari, che hai fatto tanta fatica a nascondere e cacciare giù in fondo nel dimenticatoio? Brrr… qui salta fuori la paura. Paura di perdere il controllo, di lasciarsi andare, di affidarsi, di accogliere quello che veramente c’è, non quello che pensi che ci sia. Sì, possiamo ben dirlo: la meditazione fa paura, perché spesso, prima di entrare nel vuoto, ti vedi riflesso nello specchia della tua vita e non sempre tutto quel che vedi ti piace.

Ecco perché le meditazioni attive sono perfette per noi occidentali: perché ci accompagnano passo dopo passo in quel vuoto, passando per l’arcobaleno delle emozioni e concedendo al corpo, una volta tanto, di esprimersi senza reprimere, di lasciarsi andare senza condizionarlo, di sciogliersi senza accumulare pesi. Partendo dalla materia, da ciò che ci è più familiare, il salto diventa quasi spontaneo e improvvisamente ci ritroviamo in una dimensione generosa di amore e gioia, che, altrimenti, avremmo persino potuto temere.

Mentre la mente si distrae saltellando da una tecnica all’altra nella parte attiva della meditazione, si apre spontaneamente quello spazio sacro interiore in cui può emergere la nostra essenza, espandendosi come un’onda dentro di noi. Ed ecco che il vuoto dai pensieri diventa il pieno di un’esperienza totalizzante, in cui perdi la concezione dello spazio e del tempo e ti senti percorrere da un’energia fresca e cristallina.

Meditazione non è altro che questo, una fusione nell’esperienza del vuoto. Le Meditazioni Attive sono un ponte facile da percorrere per arrivarci senza farsi fermare dal precipizio delle paure.


Se vuoi praticare le Meditazioni Attive di Osho a Treviso e dintorni, segui questo link.


Meditazione per gli occidentali: alla scoperta delle Meditazioni Attive di Osho

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