Eravamo centinaia, forse migliaia. Tutti lì per un fantastico revival anni ’80; Umberto Tozzi, Ivan Cattaneo, Fiordaliso e Diana Est ospiti speciali. Tutti a ballare, cantare, esultare e battere le mani, immersi un atmosfere, voci e suoni di trent’anni fa. Io regista, attrice e spettatrice, ovvero divertita osservatrice del principio del Transurfing del “darsi in affitto”.
Sì, perché se il motore che l’altra sera mi ha spinta ad andare all’80 Festival è stata la voglia di ballare uno fra i miei stili musicali preferiti, deliziandomi della presenza sul palco di cantanti che hanno fatto la storia (talvolta fugace), in realtà mi sono resa conto che il vero motivo per cui mi trovavo lì era un altro…
Stavo lasciando che la musica penetrasse il mio corpo per intrecciare movimenti, emozioni e ritmi, quando mi sono sorpresa ad applicare un principio che il Transurfing indica come la strada della felicità. “Darsi in affitto” è una chiave che porta ad essere registi, attori e spettatori contemporaneamente. Naturalmente lo spettacolo non è solo quello di una serata di festa, ma la vita intera. Eppure – curiosa coincidenza – mi è accaduto di sperimentarlo proprio durante uno spettacolo.
Ballare sentendomi anche fuori dal corpo, divertita quanto neutrale osservatrice di una scena di massa, mi ha consentito di fluire liberamente nei miei gioiosi moti interiori senza preoccuparmi del “mondo fuori”. In una parola: libertà.
Libertà dagli sguardi degli altri, libertà dai giudizi del superego, libertà dalle paranoie adolescenziali non del tutto svanite, libertà da se stessi… puro danzare e gioire. Così vicina a quello stato d’estasi che si prova in un ritiro di meditazione o trance dance che mi sono rallegrata di poterlo provare nella “vita di tutti i giorni”.
E non resta che ringraziare…
Chiudo con un tributo a Diana Est… qualcuno di voi la conosceva? Io me ne sono innamorata!