alleggerire il senso del dovereSapevi che è possibile vivere in leggerezza anche quando ti senti soverchiato dal senso del dovere? Quello di cui sto per parlarti non è una tecnica, ma una presa di coscienza. E richiede la disponibilità a mettersi in gioco e a raccontarsi la verità… Sei pronto/a?!

I due modi di percepire gli impegni

Ci sono due modi per percepire gli impegni, soprattutto quelli che derivano dal senso del dovere: uno è avvertirne tutto il peso, l’altro è riuscire a coglierne la leggerezza. Di fronte alla stessa incombenza, dentro di te si possono muovere emozioni di sofferenza, noia, fastidio, ecc, oppure di piacere, gioia, bellezza, ecc.

“Ma come?!… – mi dirai – se ho l’obbligo di fare qualcosa, come faccio a sentirlo addirittura piacevole?!”.

Hai ragione, e infatti la soluzione è tutta in quella parola: “obbligo”. Prova a fermarti un attimo e pensa agli impegni che porti avanti per “dovere” o perché senti di non avere scelta…

È veramente così? Non puoi fare altrimenti? O è solo il tuo modo di percepirlo?

Facciamo l’esempio più tosto che ci sia: il lavoro!

Se ti piace il tuo lavoro, negli inevitabili momenti in cui ti senti ti senti “obbligato” a certe mansioni o ruoli basta che ti riconnetti al piacere che ti da’ il tuo lavoro, e ogni incombenza assume altre sfumature… Potrebbero rispuntare l’amore per ciò che fai, la passione che ti muove, la dedizione che ci metti…

E se il tuo lavoro non ti piace?!
Seguimi nelle prossime righe: forse quello che leggerai potrà sembrarti difficile, ma se ci rifletti con sincerità e lo metti alla prova scoprirai che, molto probabilmente, non è difficile, ma vero…

Scopri il tuo vantaggio

Se il lavoro che fai non ti piace, ma continui a farlo, significa che per x motivi ti fa comodo così!

Perché non hai voglia di cercarne o imparare un altro, perché preferisci lavorare piuttosto che cercare modi alternativi per vivere o sopravvivere, perché in fondo con quel capo puoi permetterti di fare ciò che vuoi, o, viceversa, perché con i suoi modi autoritari e anche un po’ str***, ti senti un po’ a casa… come quando i tuoi ti trattavano come l’ultima ruota del carro…

Potremmo andare avanti intere vite a trovare motivi per cui ti fa comodo continuare un lavoro che non ami, ma non è questo il punto. Il punto sta giusto un po’ più sotto. Seguimi ancora un attimo e lo mettiamo a fuoco insieme!

Sotto alla tua comodità c’è una scelta, spesso inconscia, che ti fa agire in un certo modo. Quella scelta ti serve per tutelare alcuni tuoi bisogni fondamentali, per cui potresti porti una sola magica domanda (un grazie speciale va a Lucia Merico per l’insistenza con cui la ricorda!):

Qual è il vantaggio per me nello stare in questa situazione?

Potresti rimanere stupito dalle risposte… Eh sì, anche nelle situazioni più difficili da sopportare c’è sempre almeno un vantaggio inconscio, altrimenti non avremmo una buona motivazione per rimanerci!

Spesso rimaniamo in contesti o modalità difficili perché in realtà soddisfano uno o più nostri tra i bisogni profondi. Così profondi che ce ne siamo dimenticati… ma finché non troviamo altre soluzioni continueremo a seguire la via più semplice: quella che stiamo già percorrendo! L’inerzia è solo la conseguenza del nostro vantaggio…

Accettare è già cambiare

E ora sei pronto per chiudere il cerchio insieme a me?

Eravamo partiti da un quesito: come faccio a percepire in maniera piacevole una situazione che vivo sotto il giogo dell’imposizione?

Mettiamo insieme i due step:

1) hai trovato i tuoi vantaggi

2) hai riconosciuto che rimani in quella situazione per tutelare almeno un tuo bisogno profondo.

Mettiamoci anche un terzo punto, una piccola premessa, che ho dato per scontata:

3) ti vuoi bene.

La prima conseguenza che viene in mente a questo punto è quella di darsi da fare per cambiare la situazione! Sacrosanto!

Ma se i tempi, lo sforzo o la paura di cambiare fossero troppo impegnativi, rimane sempre un piccolo grande passo che possiamo fare subito: ricordarci il motivo per cui rimaniamo in quella situazione, e quindi prenderci cura del bisogno che stiamo soddisfacendo nel mantenere quella scelta.

Per esempio: “Faccio un lavoro che non mi piace, ma grazie al denaro che porto a casa posso concedermi uno stile di vita più che dignitoso. E la mia voglia di tranquillità (o pigrizia!) è talmente elevata che non voglio impegnarmi per cercarne un altro…”.

Va benissimo: lo sai e finché quel lavoro continua a soddisfare il tuo bisogno di tranquillità, sai che stai facendo la cosa giusta, è più facile accettare… E quando lo sai, metà del peso che ti portavi sulle spalle si scioglie come neve al sole, perché riconosci che la scelta è solo tua. Oggi di continuare, domani di cambiare, se lo vorrai…

 

Senso, o “peso”, del dovere? Come alleggerirlo

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