Viaggio interiore di un ricercatore spirituale

Non ho scritto io questo breve racconto sul viaggio interiore di un essere umano alla scoperta di Se stesso. Questo racconto mi è arrivato. Mi è arrivato qualche giorno fa in un’immagine spuntata mentre meditavo sulla mia lezione del giorno di “Un Corso in miracoli” (85):

“I miei rancori nascondono la luce del mondo in me”

E’ stato un flash: io, una stanza bianca e vuota, una fonte luminosa al centro. Poi cose, tante cose che hanno iniziato a riempirla fino a offuscare la fonte, troncando il flusso vitale di energia.

Ho iniziato a scrivere e da quell’immagine è nato un vero e proprio viaggio interiore di un ricercatore spirituale. Lo affido al tuo cuore, buona lettura!


Immagina di vivere in una stanza completamente vuota, al cui centro una fonte luminosa irradia un’energia calda al punto giusto, nutriente, avvolgente.
Da quella fonte ricavi l’essenza della vita e non senti il bisogno di altro: lì c’è amore, tutto il cibo che ti serve e che desideri per il corpo e per le emozioni, mentre la mente è un servitore obbediente.
Armonia, pace, appagamento sono le chiavi di volta di ciò che stai vivendo.


Ci sei?

Entra profondamente in questa scena e assorbine la maestosa energia. Ti senti profondamente nutrit*, accolt*, completamente viv*!


Ora immagina di notare qualcosa che attira la tua curiosità fuori da una finestra: ti ci avvicini e inizi a osservarla, la osservi… la osservi ancora… ne sei quasi ipnotizzat*.
Ora quella cosa diventa il tuo primo oggetto di un desiderio non appagato, così apri con bramosia la finestra e la tocchi, la manipoli, la annusi, la gusti… e decidi di portarla con te nella stanza!

Richiudi la finestra e ora siete in tre: tu, la fonte e la cosa.
Il terzo arrivato inizia a stimolare i tuoi sensi, le emozioni e la mente in maniera totalmente diversa rispetto a come eri abituat*.
Da cosa nasce cosa, da desiderio nasce desiderio, così torni alla finestra, vedi altre cose e decidi di portarle dentro alla stanza… così, per capire che cos’altro può accadere.


Ora la tua stanza è piena di cose, talmente piena che fatichi a percepire la fonte luminosa e quel meraviglioso nutrimento che emana. E ti sembra quasi di avere fame, sete, voglia di sperimentare le tue emozioni e di far lavorare la tua mente.

Così, fra le cose che hai portato nella stanza trovi cibo e bevande, che ti saziano e dissetano. Trovi fonti di divertimento e di noia, di eccitazione e di frustrazione, di affetto e di odio, di serenità e di rabbia.

I tuoi sensi e la tua mente sono ipnotizzati da questo vortice di stimoli e tu rimani agganciat* a ogni singola cosa: a quella morbida e sinuosa perché ti offre calore e tenerezza, tranne quando si gira dall’altra parte, e allora si trasforma in un’ondata di fredda severità. Poi c’è quella cosa così spassosa e simpatica, che però talvolta diventa di una noia mortale. E capita che ti ritrovi anche a dilettarti con quella cosa bella e allegra, tranne quando muta in un essere malinconico e triste.

Ti accorgi che in ogni cosa vive il suo opposto. Ti accorgi che il nutrimento è altalenante e incerto, che la pace e l’armonia interiore sono come nascoste da una cortina di nebbia, non essendo più sostenute dalla fonte, di cui è rimasto solo qualche spicchio tremulo.
Ti accorgi che sei passato da uno stato paradisiaco a uno confusionario e faticoso.

E la stanza? Il vuoto, pieno di energia coerente e armoniosa, si è trasformato in un pieno, vuoto di amore e armonia. L’hai riempita ammassando ogni tipo di cosa, abbagliat* dalle sfumature e dai luccichii, dimenticandoti che il tuo vero nutrimento proveniva dalla fonte luminosa al centro, che anche adesso sta continuando a nutrirti, ma viene ostacolata da tutte le cose che hai messo fra te e lei.

Non è facile accettarlo, ma sei cadut* da una condizione di totale libertà a una piena di legami e impedimenti. Il flusso vitale si contorce su se stesso e sono comparse sulla scena malattie e profonde frustrazioni.

Chi sei adesso? Dove stai andando? Che cosa devi fare per tornare a sentirti intimamente bene, totalmente bene, veramente te stess*?

Ti ricordi com’era un tempo: non avevi bisogno di nulla, avevi tutto e semplicemente eri. Comprendi che ormai non è più possibile per te tornare indietro, puoi solo andare avanti. La tua stanza è un cumulo confusionario di cose. Sai che la fonte è ancora lì, al centro, ma non riesci più a vederla né a sentirla.

Che cosa puoi fare? Nel disordine totale, decidi di iniziare da qualche parte, con un solo obiettivo in mente: fare pulizia, riordinare. Fra le tante cose trovi uno scatolone vuoto, wow! Capisci che puoi ficcarci tutte quelle cose di cui ormai hai compreso l’inutilità: non è da loro che puoi ottenere il tuo nutrimento. E allora, pres* da una foga quasi incontenibile, inizi a rovistare fra le cose, fai una super rapida cernita e molte finiscono nello scatolone. Più ne metti e più vedi altre cose, come se spuntassero a tradimento dal pavimento, dalle pareti e dal soffitto. Ti rendi conto che per tanto tempo hai accumulato, e allora ti rassegni e continui a buttare nello scatolone, che presto si colma… decidi di prenderlo e accatastarlo fuori dalla finestra. Ne trovi un altro, inizi a riempirlo, le cose continuano a spuntare e ti chiedi: “Quanto dovrò andare avanti ancora in questa pulizia per ritrovare la mia luce?”.

Inizi ad assaggiare anche l’impotenza, la profonda rassegnazione al tuo destino… fino a sentirti demotivat*. Sei ormai tentat* di mollare tutto, e sia quel che sia: in qualche modo troverai un modo per sfamarti anche nella confusione che ancora regna sovrana nella stanza. Ce l’hai sempre fatta, e quel lontano ricordo della luce forse era solo un sogno mai esistito…

Cadi addormentat*, nei tuoi sogni si agitano acque contaminate da troppe cose, il tuo stomaco si rimescola, tutto intorno volteggia fino a diventare un ciclone che ti prende e ti strappa da dove sei e ti fa vorticare mentre tremi di terrore. Adesso ti accorgi che hai completamente perso l’orientamento e anche i sensi, forse non ricordi nemmeno più chi sei e sicuramente non sai più se e che cosa devi fare. Totale spaesamento. Non esiste più nulla e ti guardi intorno in questo deserto post atomico: non pensavi nemmeno che potesse esistere un posto così, non pensavi nemmeno di poterlo vedere, visto che hai perso i sensi… ma tant’è, ci sei, lo vedi e lo vivi… ma chi è che vede? Chi c’è che sta vivendo questa scena? Ancora non lo sai e rimani in attesa, ormai hai perso tutto… ti sei pers* senza avere più nulla da perdere.

Senza speranza, senza desideri, senza aspettative… senti di avere toccato il fondo. Sotto di te, il nulla. Intorno a te, il nulla. Dentro di te, il nulla. Sopra di te, il nulla.

Aspetta un attimo… “Come faccio a sapere e percepire tutto questo e a viverlo, visto che… ho perso i sensi?!”. Ottima domanda… domanda legittima… domanda guida! La segui, ti concedi di farti trasportare da una forza sconosciuta, non sai dove ti sta portando, ma senti che ti stai muovendo.

Ancora non sai se ti stai sollevando dal fondo e nemmeno se arriverai da qualche parte. Ma percepisci movimento e quiete allo stesso tempo: qualcuno ti dice che quello è il segreto della vita. Movimento intorno e quiete assoluta dentro. Come una ruota che gira, ma il mozzo al centro rimane immobile. Non sai di chi sia quella voce e nemmeno te ne importa… perché ora accogli quello che sta accadendo come un infinito sollievo: non sei più nel fondo, non sai dove sei, ma semplicemente sei.

Una forza sconosciuta ti conduce e senti che puoi fidarti, abbandonarti. Dentro di te affiorano antichi sentimenti, e la sensazione di averli già conosciuti, anche se non sai dove e non sai quando: un intreccio di gratitudine e felicità inizia a modellare le tue labbra in un sorriso leggero e luminoso.

Già… la luce… i ricordi di un antico stato interiore iniziano a zampillare alla tua coscienza come una fonte giocherellona, che ti disseta al primo sorso, ma che non smetteresti mai di bere. Bevi… bevi… ricordi… ricordi… e ti svegli. Il tuo sonno è finito. I tuoi occhi fisici si aprono e le tue membra iniziano a stiracchiarsi, mentre quel sorriso leggero e luminoso è ancora morbidamente stampato sulle tue labbra.

Che cosa vedi adesso intorno a te? Oddio, ci sono tutte quelle cose… nel sogno te ne eri dimenticat*, alla fine nulla più esisteva se non quell’antico rinnovato sentimento di gratitudine e felicità…. e ti accorgi che vive ancora in te! Traspira dalla tua pelle e permea i tuoi occhi… ed ecco che, come in un miracolo, inizi a Vedere!

Vedi la tua storia in ciascuna di quelle cose: ciò che avevi trattenuto per sentirti protett*; ciò che avevi scartato ma senza disfartene, per avere un capro espiatorio per le tue collere; ciò con cui ti trastullavi per cercare di ingannare il tempo; ciò che ti colmava di piacere per poi lasciarti svuotat* di energie. Onde di energia ti attraversano mentre queste consapevolezze accarezzano i tuoi occhi con nuova luce… luce… le cose hanno assunto un altro aspetto e un altro ordine. Non ti opprimono più, ma ti accompagnano, non ti usano, ma ti servono, non ti confondono, ma espandono la tua creatività.

E’ proprio qui, adesso, che realizzi un altro miracolo: la fonte, la luce, il tuo nutrimento è lì, davanti a te! Non sai come, non sai perché, ma è accaduto: hai ritrovato l’antica connessione! Nel flusso che piano piano si ristabilisce fra te e la fonte, come un cordone ombelicale che torna a sostenerti in tutte le tue esigenze, fame e sete, emozioni e vitalità trovano soddisfazione sempre più velocemente, finché anche tu – ti accorgi – sei pura luce.

E ora, immagina questa scena: tu, la fonte che ti appaga a ogni livello, le cose che usi per creare.

Ecco, adesso la scena è completa: sei diventat* un Essere Umano, hai mantenuto il collegamento con l’energia vitale e vivi forgiando le cose per creare la tua vita terreste, seguendo e onorando il flusso che l’evoluzione ha disegnato per te!

Adesso sei pront* e anche la vita aspetta il tuo immenso luminoso contributo!

Viaggio interiore di un ricercatore spirituale

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